La open call FATTORE C – Ceramica negli spazi urbani, a cura di Benedetta Falteri, Lorenza Camin e Alessio Ferrari, ha selezionato interventi artistici a cura di artisti contemporanei. Gli interventi sono ispirati al tema della manifestazione, la macchina del tempo. Il quartiere del Palazzo Podestarile, la Fornace e il MMAB (Montelupo Museo Archivio Biblioteca) ospiteranno le project room degli artisti.

“𝚂𝙲𝙰𝚁𝙰𝙱𝙴𝙾: 𝙶𝙸𝙾𝙲𝙷𝙸 𝙳𝙸 𝙿𝙰𝚁𝙾𝙻𝙴 𝙴 𝙿𝚁𝙰𝚃𝙸𝙲𝙷𝙴 𝙳𝙸 𝚁𝙴𝙻𝙰𝚉𝙸𝙾𝙽𝙴” è un progetto collettivo che prevede l’appropriazione e il riuso di un gioco di società da tavolo, lo Scarabeo, riprodotto sul pavimento del Palazzo Podestarile, con tessere in ceramica. Anticamente, lo scarabeo è stato simbolo di rinascita, trasformazione e risveglio spirituale. Il progetto richiama l’importanza dei momenti di socialità, dell’appartenenza, e della collettività. Gli spettatori sono invitati a giocare e a divenire così fruitori attivi, in una pratica partecipativa/performativa che vede l’opera come fattore e occasione di incontro e relazione, tra di loro e con gli autori dell’opera, non solo tra amici, ma anche tra perfetti sconosciuti.

Il progetto è un’opera collettiva di alcune studentesse dell’Accademia di Belle Arti di Firenze: Anna Zocchi, Margherita Marrani, Lisa Cappellini, Chris Barbara Barnini, Lucrezia Evola, Matilda Corsi, Sandra Favilli. Le studentesse sono coordinate dai professori Fabrizio Lucchesi, docente di Tecniche della ceramica, e Veronica Montanino di Decorazione, che hanno proposto dei progetti sulla base del recupero e la trasformazione del fango dell’alluvione che nel ’66 ha colpito la città di Firenze, e tutt’ora sedimentato nelle cantine dell’istituzione fiorentina.

“𝐀 𝐓𝐇𝐈𝐍𝐆 𝐓𝐇𝐀𝐓 𝐇𝐎𝐋𝐃𝐒 𝐒𝐎𝐌𝐄𝐓𝐇𝐈𝐍𝐆 𝐄𝐋𝐒𝐄” è una riflessione sull’origine del contenitore e sul suo ruolo nella storia dell’umanità, ispirata dagli scritti della femminista americana Ursula K. Le Guin. L’opera è composta da alcune ciotole, che richiamano le tecniche tessili delle nostre antenate raccoglitrici e dei nostri antenati raccoglitori. Una contro-narrazione rispetto alla visione dell’uomo primitivo come esclusivamente cacciatore. L’opera porta lo spettatore a riflettere sull’attuale crisi dell’approvvigionamento alimentare e sull’impatto delle moderne pratiche agricole sull’ambiente. L’opera si trova negli spazi del Museo della Ceramica ed è frutto del lavoro collettivo di tre studentesse dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze: Halima Murgia, Joanna Marshall-Cook, Pauline Hosse-Hartmann e Clara Camille J Chasse.

“𝚂𝙲𝚁𝙸𝚃𝚃𝙾 𝙸𝙶𝙽𝙾𝚃𝙾” è un progetto che prevede la realizzazione di 5 libri, di diverse dimensioni, realizzati utilizzando il fango dell’alluvione di Firenze (1966), fango rivenuto proprio nelle cantine dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze. Anche durante quella catastrofe, tuttavia, non mancò la solidarietà di numerosi volontari che hanno fatto tutto il possibile per limitare i danni e per preservare il sapere immenso custodito negli spazi sommersi dal fango.

L’opera è un lavoro collettivo, realizzato da quattro studenti dell’Accademia delle Belle Arti di Firenze – Alessandro Musumeci, Clara Camille J Chasse, Mariapaola Diversi e Beatrice Giovannini – coordinati dai professori Fabrizio Lucchesi, docente di Tecniche della ceramica, e Veronica Montanino di Decorazione, che hanno proposto dei progetti sulla base del recupero e la trasformazione del fango dell’alluvione che nel ’66 ha colpito la città di Firenze, e tutt’ora sedimentato nelle cantine dell’istituzione fiorentina.

“𝟿𝟿 𝙻𝚘𝚟𝚎 𝙱𝚛𝚒𝚌𝚔𝚜” di Simona Ragazzi (Bologna, 1969) è composta da 99 mattoni realizzati in terracotta, con tecniche miste. 99 Love Bricks è un’installazione site specific che evoca gesti, forme e simboli arcaici, inducendo così lo spettatore a meditare sui valori legati ad essi. Al centro di questa “costruzione ideale” svetta verso il cielo una torre, a voler sottolineare la volontà dell’essere umano che desidera, con le sue emozioni, elevare le proprie potenzialità fino al sublime.

La open call FATTORE C – Ceramica negli spazi urbani, a cura di Benedetta Falteri, Lorenza Camin e Alessio Ferrari, ha selezionato interventi artistici a cura di artisti contemporanei. Gli interventi sono ispirati al tema della manifestazione, la macchina del tempo. Il quartiere del Palazzo Podestarile, la Fornace e il MMAB (Montelupo Museo Archivio Biblioteca) ospiteranno le project room degli artisti.

“𝚁𝚎𝚠𝚒𝚗𝚍” è un’opera del duo artistico AdMa (Adriana Giannini e Mariano Luigi Paternoster) ispirata al tempo inteso come sinergia tra presente, passato e futuro.

Il pubblico sarà parte attiva grazie ad un workshop ad accesso gratuito, seguirà una performance e una videoinstallazione che completa l’opera e il progetto creativo.

Date e orari del workshop
venerdì 16 giugno: h. 17 – 21
sabato 17 giugno: h. 10-13 e 17-19,30
domenica 18 giugno: installazione opera al piano terra del Palazzo Podestarile

“𝙴𝚗 𝙵𝚘𝚛𝚖𝚎” di Rachel Morellet esplora il confine tra le nozioni di materia e di forma. L’idea dell’opera è nata nel periodo del lockdown del 2020. Partendo dalla materia, in questo caso l’argilla, l’artista cerca un contatto con le varie possibilità di sviluppo della forma, sviluppando diciassette forme astratte e diverse, “per via di levare” la materia, mentre solitamente, nella lavorazione della ceramica, il processo è inverso, “per via di porre”. Infine, la pelle appesa al muro ripropone le forme attraverso la loro assenza.

FATTORE C è visitabile:

venerdì 16 giugno > h. 18 – 24

sabato 17 giugno > h. 10 – 13 e h. 18 – 24

domenica 18 giugno > h. 10 – 13 e h. 18 – 24

Palazzo Podestarile

Fornace del Museo

Museo della Ceramica (MMAB)