COMUNICATO STAMPA - Prorogata la mostra “La Ceramica di Montelupo e gli Uffizi. Una Galleria di Confronti”

8 ottobre in programma una visita tattile in occasione della giornata “Famiglie al Museo” e il 3 dicembre visita con un’interprete LIS in occasione della giornata della disabilità.

L’esposizione, realizzata nel programma espositivo 2023, promosso da Fondazione CR Firenze e Gallerie degli Uffizi, all’interno dei rispettivi progetti Piccoli Grandi Musei e Uffizi Diffusi, potrà essere visitata fino al 7 gennaio

Dal 1 aprile (giorno di inaugurazione della mostra) ad oggi gli accessi al Museo della Ceramica di Montelupo sono stati 3630, ben 1500 in più rispetto all’anno precedente che erano stati 2117.

Davvero un bel risultato che ha spinto Comune e Fondazione Museo Montelupo a richiedere alla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e alle Gallerie degli Uffizi la possibilità di prorogare la mostra. Un piccolo gioiello che mette in confronto due capolavori pittorici con la ceramica esposta nel Museo, costruendo intrecci, storie e possibilità di approfondimento tematico che sono stati affrontati nelle tante conferenze e iniziative organizzate collateralmente all’esposizione.

Proseguiranno quindi le visite guidate, le attività per famiglie, laboratori per bambini, visite con interprete LIS o tattili per persone cieche, ma anche per chi vuole provare a fare una visita inusuale, bendandosi.

Orari di apertura

Lunedì 14:00 – 19:00
Dal martedì alla domenica e festivi 9:00 – 19:00

Informazioni per la visita:

www.museomontelupo.it

0571/1590300

info@museomontelupo.it

Le opere esposte nel Museo della Ceramica.

Ritratto di Leone X del Bronzino. Olio su stagno

La piccola miniatura faceva parte di una serie più ampia di ritratti della famiglia Medici, alcuni dei quali erano appesi sul retro della porta che introduce alla Stanza di Calliope, lo studiolo decorato da Vasari in Palazzo Vecchio tra il 1555 e il 1560 circa. Ciascuno dei ritrattini richiamava un modello illustre, che in questo caso era il Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de Rossi, dipinto celeberrimo di Raffaello, commissionato nel 1518 dallo stesso pontefice in occasione delle nozze di suo nipote Lorenzo duca di Urbino con Madeleine de la Tour d’Auvergne. Rispetto all’originale, in cui il papa è ritratto a figura intera e seduto sull’imponente sedia camerale, nel piccolo rame l’autore ha selezionato solo il suo volto grassoccio, segnato dalle rughe e dominato dallo sguardo acuto e pungente, scegliendo però di lasciare un piccolo dettaglio: la lente d’ingrandimento che nell’originale di Raffaello il papa stringe nella mano appoggiata sul tavolo e che cattura l’attenzione dello spettatore per la sua raffinatezza.

Dispensa con testa di porco, tacchino e lepre di Jacopo da Empoli

L’Empoli descrive, con naturalismo, una ricca dispensa. In alto ad una mensola lignea provvista di ganci e pioli, denominata rastello negli antichi inventari, sono appesi: candele, una costata di carne, grappoli d’uva posti a passire, tordi, salsicciotti, quaglie, un’anatra, due melograni, un tacchino spennato ad eccezione della ruota e una lepre. Immediatamente sotto nello sfondo della parete scura, brunita probabilmente dai fumi del fuoco, si dispongono vari utensili: una chiave con un cartellino (dove il pittore ha apposto la firma e la data), un mestolo forato, una grattugia e una pinza. In basso sul tavolo ligneo, parzialmente coperto da una tovaglia spiegazzata, sono appoggiati una testa di suino sanguinolenta addossata ad una giara di ceramica, salsicce, un grande piatto in ceramica, un bricco in peltro, una fiasca di vino impagliata, un galletto, una zampa di maiale, un limone aperto, una forma di formaggio, una testina di vitella e un aglio. Nel dipinto, dove l’impaginazione deriva da esempi spagnoli e fiamminghi, traspare la sensibile attenzione di Jacopo Chimenti nella resa del dato naturale con una luce morbida volta a evidenziare la diversa consistenza degli oggetti e delle cibarie, attitudine riconducibile soprattutto alla sua formazione nell’ambito del naturalismo riformato della pittura fiorentina di fine Cinquecento e al contatto con le prorompenti novità caravaggesche.