Cantieri Montelupo
Arte contemporanea, ceramica e letteratura
a cura di Christian Caliandro
workshop e residenze artistiche:
Marco Ulivieri, Laura Cionci, Emanuela Barilozzi Caruso,
Alessandro Bulgini
con la partecipazione degli autori
Claudia di Palma, Mauro Covacich, Angelo Ferracuti
A Montelupo Fiorentino, dal 18 al 31 luglio, si tiene una nuova stagione di Cantieri d’Arte.
Un programma di residenze artistiche, curato da Christian Caliandro, unirà l’arte visiva, la ceramica di Montelupo e la letteratura.
Cantieri Montelupo è il progetto, curato da Christian Caliandro, organizzato e sostenuto dalla Fondazione Museo Montelupo Onlus e dal Comune di Montelupo Fiorentino per la rassegna Cèramica OFF.
Negli ultimi anni la ceramica di Montelupo è stata il mezzo espressivo di laboratori di sperimentazione artistica in molti ambiti: dalla materia prima dell’arte contemporanea sviluppata nel programma Materia Prima, curato da Marco Tonelli, che ha costruito il nucleo del percorso urbano di opere site specific, alle edizioni di Materia Montelupo, About a Vase, Doppio Circuito, Il Colore Interiore, a cura di Matteo Zauli e Ceramica Dolce, il progetto curato da Silvana Annicchiarico, che hanno affrontato il tema del rapporto tra alto artigianato, arte contemporanea e design, mettendo in relazione gli artisti e i designer ospiti con le competenze degli artigiani del territorio per lo sviluppo di opere e collezioni di manifattura.
E con questo stesso significato, ovvero l’incontro, l’integrazione, la valorizzazione delle capacità del territorio e la sperimentazione di nuovi linguaggi, il Museo ha affidato a Christian Caliandro questa nuova edizione, che si contraddistingue per l’inserimento di un linguaggio ulteriore, quello della letteratura e della poesia.
Tre autori, che seguiranno i Cantieri Montelupo, dedicheranno un loro testo a Montelupo, al lavoro degli artigiani e allo sviluppo delle opere che ne nasceranno.
Il termine Cantieri scelto per designare il programma di residenze artistiche dell’estate 2021 (18-28 giugno; 9-18 luglio; 23 luglio-1 agosto) descrive il carattere sperimentale dei processi che esso intende attivare.
I quattro artisti coinvolti infatti, Marco Ulivieri, Laura Cionci, Emanuela Barilozzi Caruso e Alessandro Bulgini, avvieranno una collaborazione con alcune realtà formative, artigianali e imprenditoriali del territorio, Centro Ceramico Sperimentale, Ceramiche Tombelli, Ceramiche Giglio e Ceramiche Arno, con cui condivideranno il loro metodo e il loro approccio creativo.
L’intero progetto si fonda infatti sul tentativo di favorire l’emersione di dinamiche impreviste e inattese, che si riferiscano direttamente a loro volta non tanto a tratti stilistici e tecnici quanto a un’intera attitudine, a quella che potremmo definire una disposizione d’animo.
Le dimensioni fondamentali di questo lavoro collettivo – che si avvierà di volta in volta attraverso workshop intensivi e talk – sono dunque l’esperienza, il dialogo, l’incontro e la partecipazione: l’idea e la pratica, cioè, di una relazione paritaria e biunivoca. A questo scopo, inoltre, nelle residenze sarà convocato un terzo linguaggio, quello della letteratura e della poesia, attraverso la collaborazione e l’esperienza degli autori invitati, Claudia Di Palma, Mauro Covacich, Angelo Ferracuti.
“Questa idea e questa pratica si avvicinano, in fondo, a quello che Carla Lonzi definiva negli anni Settanta “sbocciare nella reciprocità”: coincidono forse con un’arte che aiuti a vivere, a esistere con gli altri; a (ri)costruire un mondo comune e un modo comune di stare al mondo, di stare insieme (con-vivere). Questa forma di arte è totalmente aperta, e vive nel rapporto con gli individui, con la comunità e con il territorio. È un’esperienza interiore e, al tempo stesso, un’esperienza vissuta insieme ad altri.
E non è lontana, in fondo, da quell’arte per tutti descritta nello stesso periodo dal designer Ettore Sottsass: “Da ogni parte si prenda, (…) a me pare che la cultura non sia un bene ‘superiore’: non mi pare che la cultura sia fatta di materia speciale, né soprannaturale, né magica, né niente. A me pare che la cultura sia un bene che – un giorno o l’altro – dovrà essere considerato come un bene qualunque, un bene come un altro, che tutti possono produrre per sé e per gli altri e al cui progetto tutti possono e hanno diritto di partecipare, inventando, negando, facendo casino…” (Il popolo lontano, in Molto difficile da dire, Adelphi 2019, p. 272)” (Christian Caliandro).
Il curatore
Christian Caliandro (1979) è storico, critico d’arte contemporanea e curatore. Insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia. Tra i suoi libri: La trasformazione delle immagini. L’inizio del postmoderno tra arte, cinema e teoria, 1977-’83 (Mondadori Electa 2008), Italia Reloaded. Ripartire con la cultura (Il Mulino 2011, con Pier Luigi Sacco), Italia Revolution. Rinascere con la cultura (Bompiani 2013), Italia Evolution. Crescere con la cultura (Meltemi 2018) e Tracce di identità dell’arte italiana. Opere dal patrimonio del Gruppo Unipol (Silvana Editoriale 2018). Dal 2004 al 2011 ha diretto le rubriche inteoria e essai su “Exibart”; dal 2011 cura la rubrica inpratica su “Artribune”. Collabora inoltre con “minimaetmoralia” e “che-Fare”. Ha curato numerose mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati, in Italia e all’estero, tra cui: The Idea of Realism / L’idea del Realismo, American Academy in Rome, Roma (2013), Concrete Ghost / Fantasma Concreto, American Academy in Rome, Roma (2014), Amal assunta Collaudi, Museo Licini, Ascoli Piceno (2014), Sironi-Burri: un dialogo italiano (1940-1958), CUBO-Centro Unipol Bologna (2015), Cristiano De Gaetano: Speed of Life, Fondazione Museo Pino Pascali, Polignano a Mare (2017), Now Here Is Nowhere. Six Artists from the American Academy in Rome, Istituto Italiano di Cultura, New York (2017), le quattro edizioni de La notte di quiete, ArtVerona, Verona, quartiere Veronetta (2016-2019), le sei edizioni del progetto Opera Viva Barriera di Milano, Flashback, Torino (2016-2021), il progetto Artista di Quartiere, sostenuto dal Ministero della Cultura, Torino (2020) e la mostra collettiva Fragile, galleria Monitor, Roma (2021).
il programma
CANTIERE #1
Marco Ulivieri con Claudia di Palma
in collaborazione con Centro Ceramico Sperimentale
dal 18 al 28 giugno
Incontri e workshop
Venerdì 18 giugno – 19.00
Presentazione del #cantiere 1
Conversazione con Marco Ulivieri, Christian Caliandro, Claudia di Palma
Giardino della Fornace del Museo
Via Giro delle Mura, 88 Montelupo Fiorentino
Segue aperitivo
Sabato 19 giugno – 10.00
Visita al Museo della Ceramica di Montelupo
Piazza Vittorio Veneto, 11 Montelupo Fiorentino
Sabato 19 giugno – 15.00 / 19.00
Domenica 20 giugno – 09.00 / 13.00
Workshop presso il Centro Ceramico Sperimentale
Via Antonio Gramsci, 8 Montelupo Fiorentino
CANTIERE #2
Laura Cionci
in collaborazione con Ceramiche Tombelli
CANTIERE #3
Emanuela Barilozzi Caruso
in collaborazione con Ceramiche Giglio
dal 9 al 18 luglio
Incontri e workshop
Venerdì 9 luglio – 19.00
Presentazione #cantiere 2 e #cantiere 3
Conversazione con Laura Cionci, Emanuela Barilozzi Caruso, Christian Caliandro, Angelo Ferracuti
Giardino della Fornace del Museo
Via Giro delle Mura, 88 Montelupo Fiorentino
Segue aperitivo
Sabato 10 luglio – 10.00
Visita al Museo della Ceramica di Montelupo
Piazza Vittorio Veneto, 11 Montelupo Fiorentino
Sabato 10 luglio – 11.00
Visita al Centro Ceramico Sperimentale
Via Antonio Gramsci, 8 Montelupo Fiorentino
Sabato 10 luglio – 15.00 / 19.00
Domenica 11 luglio – 09.00 / 13.00
Workshop presso la Fornace del Museo
Via Antonio Gramsci, 8 Montelupo Fiorentino
CANTIERE #4
Alessandro Bulgini
in collaborazione con Ceramiche Arno
dal 23 al 31 luglio
Incontri e workshop
Venerdì 23 luglio – 19.00
Presentazione #cantiere 4
Conversazione con Alessandro Bulgini, Christian Caliandro, Mauro Covacich
Giardino della Fornace del Museo
Via Giro delle Mura, 88 Montelupo Fiorentino
Segue aperitivo
Sabato 24 luglio – 10.00
Visita al Museo della Ceramica di Montelupo
Piazza Vittorio Veneto, 11 Montelupo Fiorentino
Sabato 24 luglio – 11.00
Visita al Centro Ceramico Sperimentale
Via Gramsci, 8 Montelupo Fiorentino
Sabato 24 luglio – 15.00 / 19.00
Domenica 25 luglio – 09.00 / 13.00
Workshop presso la Fornace del Museo
Via Giro delle Mura, 88 Montelupo Fiorentino
La partecipazione alle visite, incontri e workshop è gratuita
Posti disponibili per i workshop: 12 per ogni cantiere.
Posti disponibili per gli incontri e aperitivi del venerdì: 25 per ogni incontro.
Le visite guidate al museo si svolgeranno a gruppi di 8 persone.
Prenotazione obbligatoria per i workshop e le visite.
Per gli incontri prenotazioni consigliate, ammessi partecipanti fino all’esaurimento dei posti a disposizione.
Info & booking
Museo della Ceramica
info@museomontelupo.it
Ph. 0571 1590300
Gli artisti
Marco Ulivieri
Marco Ulivieri (Castelfiorentino, 1975) inizia la sua ricerca subito dopo aver terminato gli studi, interessandosi alla sperimentazione dei materiali naturali e alla trattatistica rinascimentale, in particolar modo allo studio, alla costruzione e reinterpretazione degli strumenti utilizzati dagli artisti nel corso dei secoli: ellissografi, prospettografi, camere oscure. Indaga gli aspetti della rappresentazione mediati dall’uso delle macchine.
Vincitore della sezione Home Decoration della 1° edizione del Premio Internazionale della Ceramica Baccio da Montelupo, ha esposto in gallerie e istituzioni pubbliche e private; Milano (Spazio Tadini), Villa Cernigliaro (Sordevolo) Atri (cisterne romane), Museo Michetti (Francavilla al Mare), LM Gallery (Latina), Museo della Ceramica, Palazzo Podestarile.
(Montelupo Fiorentino), CAMUSAC (Cassino), Fuping Art Pottery Village (Xian).
Laura Cionci
Laura Cionci (Roma, 1980) è un’artista e performer. La sua ricerca coltiva pratiche relazionali per lo sviluppo di processi creativi volti a riarticolare le potenzialità energetiche umane in relazione alla biodiversità e al territorio.
Il suo lavoro è stato presentato in PROVE DI R(I)ESISTENZA, Fondazione Baruchello, Roma (2020), State of Grace, Darebin Art Centre, Melbourne (2020); Vi.Vedo/Viu.Vos, Museu de Arte Contemporânea de Campinas, Saõ Paulo (2019); BienNolo, Milano (2019); 101, the beginning of infinity, MIM, Museum of Innocence, Mildura (2019); Paisaje Privado, Museo Casa de la Memoria, Medellín (2018); Una Mirada al Bosque Vertical, Museo de Arquitectura Leopoldo Rother, Universidad Nacional, Bogotà (2018); Fremantle Biennale (2017), Australia; Bienal de Arte Público, Cali (2016); Teatrum Botanicum, Parco Arte Vivente, Torino (2016); Proyecto H, Museo del Carnaval e Teatro de Verano, Montevideo (2014); Carnevalma, Centro Cultural Borges, Buenos Aires (2013).
Il suo primo libro, Stato di Grazia, è stato pubblicato nel 2020 da postmedia books.
Emanuela Barilozzi Caruso
Emanuela Barilozzi Caruso è nata a Roma. Vive e lavora a Palermo. Si laurea all’Accademia di Belle Arti di Brera, dopo aver studiato pittura con Alberto Garutti. Il suo lavoro è caratterizzato dall’uso della fotografia, del disegno e dell’azione, che si adattano alle situazioni in cui si trova a intervenire. L’interesse di Barilozzi Caruso si concentra sui processi relazionali vissuti in prima persona con un tempo sempre molto ampio e diversificato, il cui risultato si concretizza in lavori su carta, stampe fotografiche e azioni performative. Come attrice professionista, dal 2001 al 2011, si forma tra Europa e Stati Uniti studiando tra gli altri con Philip Seymour Hoffman, Pina Bausch, Judith Malina. Viene premiata da Spike Lee nel 2011.
Nel 2015 le sue foto sono state selezionate da Galleria Continua (San Gimignano) e da Galerie Perrotin (Parigi), e pubblicate su “L’Officiel Italia”, “Vogue” e “Repubblica”. Tra le sue mostre personali: Senzazioni, Opera Viva Barriera di Milano, Torino 2021; Emanuela Barilozzi Caruso – Victoria De Blassie, ex chiesta Santa Caterina, Noto, 2020; Emanuela Barilozzi Caruso – Riccardo D’Avola Corte, KaOZ, Palermo, 2020; UnKnown, Opera Viva Barriera di Milano, Torino 2019; Anime ibride, The White, Milano 2012. Tra le sue mostre collettive: 20 x 20, AlbumArte, Roma 2019; M/AAV Manifesto, Manifesta 2018, Palermo 2018; World Wide Wall, MACRO Testaccio, Roma 2016; Beyond the Boundaries, Niv Art Center, Nuova Delhi 2016; Salon, Bicocca, Milano 2015; Your Name in Lights, Monnaie de Paris, Parigi 2015; Biennale MArte Live, MACRO Testaccio, Roma 2014.
Alessandro Bulgini
Alessandro Bulgini è nato a Taranto nel 1962, vive e lavora a Torino. Diplomato all’Accademia di Belle Arti di Carrara in scenografia teatrale, ha vissuto in numerose città Italiane, Roma, Milano, Livorno, Venezia, Genova, Taranto, alle quali deve l’assoluta indipendenza e individualità del lavoro. Difficilmente assimilabile e inquadrabile in alcuna corrente artistica, Bulgini utilizza un ampio spettro di mezzi per raccontare e agire con e sulla lateralità, la diversità, la periferia fisica e culturale. Pittura, fotografia, video, performance e nuovi media sono tutti mezzi per parlare dell’invisibile e per mostrare quanto lo sguardo obliquo possa mostrare altri percorsi, diversi e possibili. Numerose le mostre personali e collettive sia in Italia che all’estero con i cicli di lavori: “Le Déjeuner sur l’Herbe” a partire dal 1993 e “Hairetikos” dal 2001 tra cui ricordiamo Fondazione Volume!, Roma – Centre International d’accueil et d’echanges des Recollets, Parigi, Dena Foundation for Contemporary Art, Paris, New York – Fondazione Pastificio Cerere, Roma – Castello di Rivara, Rivara – Sound Art Museum, Zerynthia, Roma – CIAC, Castello Colonna, Genazzano – Castello Sforzesco, Milano – Castello Cavour, Santena – Cordy House, Londra – Fondazione 107, Torino – La Triennale, Milano – Frost Art Museum, Miami, Florida – Loft Project Etagi, San Pietroburgo, Russia – Museo Ettore Fico, Torino – HVCCA, Peekskill, NY- Biennale Democrazia, Torino. Nel 2008 l’opera pittorica Hairetikos compie un ulteriore spostamento con l’aggiunta del ciclo Opera Viva dal quale il 15 novembre 2008, con la sua iscrizione, arriva anche su facebook. Opera Viva, tutt’ora in essere, è un’opera social (sociale) che si avvale del contributo attivo di tutti i suoi partecipanti, opera mediante la quale l’artista sviluppa varie modalità innovative d’utilizzo artistico del network e del territorio. Da qui l’inaugurazione del progetto B.A.R.L.U.I.G.I. (Opera Viva): da un bar di periferia enuncia le semplici regole per poter trasformare spazi preesistenti, (quali bar, macellerie, case private o paesi interi) in spazi di accoglienza creativa senza filtri, gratuiti e no profit connessi fra di loro in rete tramite pagine personali facebook, sotto la stessa egida del logo B.A.R.L.U.I.G.I.. Se ne sono contati 19 nel mondo. Con la chiusura della base di B.A.R.L.U.I.G.I. riversa ancor di più le sue attività sui territori con l’intenzione di contribuire alla loro maggior conoscenza. Partendo dal proprio quartiere, Barriera di Milano a Torino, del quale incomincia a “decorare” i marciapiedi con i gessetti (Decoro Urbano in Barriera di Milano 2014, 2015) e non solo (Opera Viva, Tatuaggio per Barriera, 2018), (Opera Viva, Orto Urbano in Barriera di Milano, 2018), (Opera Viva Barriera di Milano, Affissione, 2015, 2016, 2017, 2018) etc, Opera viva successivamente si attiva in maniera variegata per le città di Taranto (Taranto Opera Viva), Cosenza (Cosenza Opera Viva), (Opera Viva, The Legends of Peekskill, NY. A shot for a wish) Peekskill – New York, USA, Livorno e poi ancora per il Palazzo di Via Cuneo 5 bis (Torino, quartiere Aurora) con il progetto Arte In-Stabile, per l’ospedale S. Anna di Torino, per la città di Imlil in Marocco, per il campo profughi la Jungle di Calais (Opera viva, the Jungle), per scuole medie ed elementari (Opera Viva, Scuola di Volo) e per tutti quei territori che ne hanno e ne avranno necessità sviluppando una metodologia innovativa che vanta elementi di arte pubblica e arte relazionale un impegno nei confronti della collettività che deve essere coinvolta e rappresentata nella convinzione che l’arte debba inoltrarsi nella quotidianità per ri-generare ed essere realmente “viva”.