PROGRAMMA DI RESIDENZE ARTISTICHE INTERNAZIONALI
Una delle caratteristiche fondamentali del programma è lo sviluppo di una progettualità che non si limiti a mostrare collezioni e opere. La Fondazione propone una progettualità in
grado di costruire sul territorio i contenuti di restituzione degli eventi (collezioni, performance, workshop, talks) attraverso la produzione di cantieri di residenze artistiche.
Eti Goren and Raya Stern
Benyamini Contemporary Ceramics Center (Tel Aviv) – Centro Ceramico Sperimentale di Montelupo
• Residenza artistica
• Produzione opere
• Workshop aperti al pubblico
• Conferenze
• Incontri in manifattura

Il primo dei progetti del 2023 riguarda un rapporto di collaborazione, costruito tramite la rete AICC (Associazione Italiana delle Città della Ceramica) tra la Scuola di Ceramica di Montelupo Fiorentino (Centro Ceramico Sperimentale) e il Benyamini Contemporary Ceramics Center di Tel Aviv (Israele), mediante una collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura.
Nel 2019 il Benyamini Contemporary Ceramics Center ha ospitato una residenza all’insegna dello scambio culturale e artistico che ha visto come protagoniste due ceramiste di Faenza; la seconda parte dello scambio ha avuto luogo a Faenza. Questo primo incontro si è inserito in un progetto volto a promuovere a livello strutturale lo scambio di esperienze tra differenti identità culturali.
Oggi, a fronte di un miglioramento della situazione pandemica, l’obiettivo è quello di riprendere gli scambi culturali tra Italia e Israele e coinvolgere nuove città della ceramica parte del circuito AiCC. La prima città proposta è quindi Montelupo Fiorentino, che ospiterà delle residenze d’artista nel 2023 e al contempo darà l’opportunità ad alcuni ceramisti del luogo di poter essere ospitati al Benyamini Contemporary Ceramics Center di
Tel Aviv.

CANTIERI MONTELUPO a cura di Christian Caliandro
Arte contemporanea, ceramica, relazione | edizione 2023
• Residenze artistiche
• Produzione opere
• Workshop aperti al pubblico
• Conferenze
• Incontri in manifattura

Cantieri Montelupo è il progetto, curato da Christian Caliandro, organizzato e sostenuto dalla Fondazione Museo Montelupo Onlus e dal Comune di Montelupo Fiorentino per la rassegna Cèramica (OFF), il programma di residenze, workshop, mostre, performance e visite programmato per l’estate 2023.

Negli ultimi anni la ceramica di Montelupo è stata il mezzo espressivo di laboratori di sperimentazione artistica in molti ambiti: dalla materia prima dell’arte contemporanea sviluppata nel programma Materia Prima, curato da Marco Tonelli, che ha costruito il nucleo del percorso urbano di opere site specific, alle edizioni di Materia Montelupo,  About a Vase, Doppio Circuito, Il Colore Interiore, a cura di Matteo Zauli e Ceramica Dolce, il progetto curato da Silvana Annicchiarico, che hanno affrontato il tema del rapporto tra alto artigianato, arte contemporanea e design, mettendo in relazione gli artisti e i designer ospiti con le competenze degli artigiani del territorio per lo sviluppo di opere e collezioni di manifattura.
E con questo stesso significato, ovvero l’incontro, l’integrazione, la valorizzazione delle capacità del territorio e la sperimentazione di nuovi linguaggi, il Museo ha affidato a Christian Caliandro questa nuova edizione, che si contraddistingue per l’inserimento di discipline e sensibilità diverse, affidate ad artisti visivi in grado di relazionarsi con il territorio e dare vita a opere collettive.
Tutti gli artisti saranno presenti durante i giorni di Cèramica

GLI ARTISTI OSPITI

Maria Palmieri (fotografia)
Dal 17 al 23 giugno
17/18 giugno _ workshop
17 giugno 10-13 e 15-18
17 GIUGNO ORE  21,30 talk con l’artista
(fornace del museo)

Nata a Foggia nel 1986 dove lavora come fotografa freelance. Docente di fotografia di ritratto a Bari presso F.project – Scuola di Fotografia e Cinematografia e presso Creo Gallery a Foggia Dal 2016 ha tenuto numerosi corsi e workshop di fotografia (base, intensivi, di esplorazione del territorio, per bambini e di fotografia terapeutica per pazienti psichiatrici) con Rumore Studio a Foggia e in provincia con la Scuola Itinerante di Fotografia. Laureata in Giurisprudenza con una tesi sul diritto dell’ambiente, ha conseguito poi il Master di II Livello in Critica Sociale della Contemporaneità – Globalizzazione e Diritti Umani, con una tesi in studi di genere.
Ha studiato fotografia alla ISSP in Lettonia con l’artista Taiyo Onorato e a Napoli con il Laboratorio Libero di Mario Spada. Nel 2016 tiene una lecture per la rivista filosofica Logoi.ph sul tema Filosofia e Fotografia presso il Museo Civico di Bari, poi pubblicato sull’omonima rivista. Nel maggio 2020, sempre al Museo Civico di Bari, partecipa ad Abbecedario della Cittadinanza con un seminario dialogico sullo stesso tema. In duo con il collega di Rumore Pair nel 2016 vince la Open Call del Gibellina PhotoRoad e il Prix du Publique del Prix Levallois pour la jeune creation photographique internationale. Ha esposto a
Gibellina (Sistema delle Piazze), a Parigi (Galerie de l’Escale), a Milano (BASE), a Foggia (Museo Civico, Palazzetto dell’Arte Andrea Pazienza e Creo Gallery).
I lavori sono stati pubblicati su British Journal of Photography, Vice ID France, Maps Magazine, Il Manifesto, OpenMigration, Dispensa.

Roxy in the Box (performance, pittura, arte relazionale, installazione)
Roxy in the box inizia il suo percorso artistico presso l’istituto d’arte Filippo Palizzi di Napoli e si specializza in affresco presso l’istituto edile la Dozza di Bologna. Ma è a Napoli che decide di insediare le sue radici attraversando tutte le esperienze di vita e dolore che caratterizzato questa controversa città. È da questo immenso microcosmo che insorge il suo occhio critico nei confronti della società contemporanea pronto ad indagare, colpire, schernire e smascherare tutto ciò che risiede aldilà del box.
L’arte visiva il suo campo d’indagine, silenziosa ma che tocca in profondità. Pittura, video, installazione, performance; azioni e PULP_azioni che comunicano l’arte attraverso il corpo. Cinema e letteratura i suoi punti di inspirazione. Internet il suo terzo braccio; musica il sedativo e l’ anfetamina. Roxy in the box usa come mezzo la POP ART e tutto ciò che risiede sulla superficie utilizzandone a pieno linguaggi ed icone.
Annessa ad essa vi è un’altra componente che le permette di andare ben oltre la pop art stessa ovvero la riflessione, l’individuo e i suoi turbamenti, la sua sofferenza e la sua solitudine. Il colore?
Serve a vestire il suo nero come essa stessa definisce. È dal suo box che rende universale il suo messaggio outside the box. Dal 1999 inizia il suo percorso che le permette di esporre in musei ,gallerie e sedi istituzionale in Italia ed all’estero. Tra le maggiori esposizioni vi sono: “La Sposa Madre” al Museo Cappella Sansevero, “Acthung! Acthung! “All’Ex-Gil di Roma a cura di Micol di Veroli e Barbara Collevecchio, “L’Impresa dell’Arte” al museo Pan di Napoli a cura di Julia Draganovic, “N.EST 2.0 the making of the city/disegna la tua città” al museo Madre di Napoli, “Arredo Palazzo Italia”, a cura della Farnesina a Belgrado , “Cow Parade” in Piazza della Signoria a Firenze. Roxy in the box ha collaborato attivamente allo start up del format “Snack di valori” a cura della videometrò Napoli. Nel 2008 a seguito di un premio vinto alla Seagate creative Fund il regista Massimo Andrei ha diretto il documentario “Schiaffilife” vita e opere di Roxy in the box, presentato in anteprima ad Artecinema a cura di Laura Trisorio, nonché vincitore del festival Artecinema di Bergamo. Nel 2010 è nata la collaborazione tra Carpisa e l’artista alla quale è stato commissionato la realizzazione di un manifesto per illustrare il progetto “Green “Revolution”. Protagonista assoluta sia nel 2004 di”KItakkat” a cura Di Gianluca Marziani_Galleria Stop.Sistema Creativo _Roma e poi nel 2005 con La “Svernissage” A cura di Antonio Arévalo_Galleria Studio Fontane_Viterbo_testi in catalogo di Vittoria Biasi e Antonio Arévalo. come in “Message in a bubble”_a cura di Micol di Veroli_Dora Diamanti arte contemporanea_Rome.
Sperimentando persino il campo discografico, la ritroviamo in due compilation musicali con la canzone “T’aggià scassà ‘o sanghe”: Madrenalina a cura del museo Madre (progetto di Ciro Cacciola) e Cafè del Friariello prodotto dalla Graf editore e curato dal dj Gianni Simioli. Collabora inoltre con critici e curatori d’arte quali Julia Draganovic, Gianluca Marziani, Antonio Arévalo, Anita Pepe e Micol Di Veroli. Il percorso di Roxy in the box è oggi orientato verso l’investigazione di fotografia e video attraverso azioni  performative non-live : vive davanti all’obiettivo come se eseguisse una performance con taglio tonico e sguardo pittorico e di composizione che non abbandonerà mai. Pronta ancora una volta a svelare ciò che resta inside or outside the box.

Alessandro Scarabello (pittura)
Alessandro Scarabello è nato a Roma nel 1979. Lavora tra Roma, Firenze e Bruxelles. Oltre alla sua pratica pittorica, è co-fondatore e co-direttore di MODO, associazione culturale per l’arte contemporanea a Bruxelles, e docente presso la Nuova Accademia di Belle Arti (NABA) di Roma.

“La pittura mi permette di allontanarmi dal flusso incessante dell’attività umana e guardarla scorrere davanti a me. È un privilegio dipingere un quadro in un paesaggio saturo di immagini digitali. Credo che questa sia una posizione radicale che mi permette di concentrarmi sulla mia stessa natura e autonomia di individuo, di interpretare gli eventi della vita personale e non attraverso le infinite possibilità di questo mezzo.”